settembre 02, 2008

pensavi che fosse solo un sogno

pensavi che fosse solo un sogno.
e invece sono già passati tre anni. tre anni e un po', a dire il vero, ché i cinque mesi del congedo di maternità hanno ritardato di cinque mesi il ricevimento di questa lettera.
oggi invece è arrivata, la lettera tanto agognata, quella che recita che è ora di confermarti nel ruolo che già ricopri, quello di ricercatore universitario.
e allora scrivi, scrivi, scrivi, febbrile, tutto quello che in questi tre anni hai fatto, tacendo delle volte in cui hai fatto, semplicemente, da cassa di risonanza, da muro umano, ai problemi altrui.
e invece scrivi scrivi scrivi, febbrile, raccontanto dei successi, dei lavori, dei tuoi studenti, delle tue lezioni, dei tuoi congressi.
che bello.
:-)

settembre 01, 2008

ventitre e trentanove

il sonno tarda.
il ranocchio ha dormito prima accoccolato addosso a me sulla poltrona ed ora riposa occupando tutto il suo lettino e buona parte del lettone, neanche fosse un gigante invece di essere 9 chili di cucciolo.
la gattina dei vicini ha sonnecchiato sull'altra poltrona sin'ora, dopo aver giocato con tommaso tutta la sera, per la sua felicità.
io stanca girovago tra i pensieri minuti e sottili, schivando quelli grevi, ascoltando il battito del mio cuore e il fresco sulla pelle.
infilare il pigiama, sdraiarsi, rannicchiarsi sotto il lenzuolo e dormire fino al mattino.
sogno una notte intera senza sveglie, già sapendo che, come ogni notte, me ne toccheranno almeno due.

agosto 29, 2008

capitano coraggioso


sei bello.
quando dormi hai l'aria seria, la bocca chiusa o appena appena aperta, le manine con le dita abbandonate, pronte a chiudersi nella mia mano.
dormi sempre sul fianco, oppure a pancia sotto, il viso schiacciato contro la testata del letto, il collo storto, il sedere in alto e le ginocchia contro il petto.
ogni volta che ti guardo dormire così mi viene in mente il mio nonno luigi che diceva di antonio "punta l'obice, ora dorme" ed era vero. e così è con te.

hai gli occhi che ridono quando mi guardi mentre ciucci, le manine a premere il seno o ad accarezzarlo quando cerchi il sonno.


dici cacqua, il tuo elemento preferito, e cccc che sta per coccodrillo.
dici talalalala per altalena, totto per biscotto, tatto per gatto e per qualsiasi essere vivente che abbia quattro zampe, la coda, le orecchie e il pelo, comprese le mucche. e dici "tetta", mica che io non capisca quando hai voglia di una ciuccina di consolazione.
sei buffo quando dici "mamma, tututo" (caduto!) indicando qualsiasi cosa tu abbia volontariamente gettato in terra.
hai un'adorazione per le palle (papapa) e per le moto (bbrrumm brrummm, pronunciato facendo vibrare le labbra).
non sopporti i brodini e il passato di verdura, ma ami la pasta al pesto e il petto di pollo al latte.

mi fai impazzire quando ti svegli al mattino, guardi tuo padre e con aria innamorata pronunci "papàhh" subito prima di dargli una sberla che stenderebbe un cavallo.

hai dei boccoli biondi che ti invidio ogni volta che li guardo, e che mi rifiuto di tagliarti.

hai un'intelligenza viva, una curiosità pronta, e l'aria birichina quando guardi in tralice con la bocca dal sorriso nascosto.

hai gli occhi più belli che io abbia mai visto, due fanali azzurri che brillano da lontano, e sei socievole, e ti diverti con niente.

rincorri il nostro gatto e la gattina dei vicini, chiamandoli facendo schioccare la lingua, che è la cosa più simile al richiamo per il gatto che tu riesci a fare, mi porti le bolle di sapone soffiando per mostrarmi cosa devo fare.

ti getti nell'acqua ogni volta che puoi, al lago, sotto la doccia, nel mare, senza paura, intrepido e divertito. settimana scorsa, silenzioso, sei riuscito ad arrampicarti nel lavello di cucina, ti ci sei seduto dentro ed hai iniziato a studiare come aprire il rubinetto. meno male che ti ho preso in tempo.

leggi i tuoi libretti, adori la nuvola olga, cerchi i gatti disegnati e parli con loro.

balli quando senti musica di ogni genere, comprese le campane della chiesa di fronte a casa ed elargisci baci a chiunque, perché chiunque per te è un amico.
sei buffo.
sei un buffo buffone.
hai un anno ormai passato.
e sei mio figlio.

agosto 13, 2008

malavoglia

sarà la pioggerellina ottobrina, sarà la caffeina di cocacola e caffé in quantità industriale di ieri sera che mi ha fatto passare la notte con negli occhi e nella mente l'elenco delle cose che avrei già dovuto finire e invece no, sarà l'idea che l'estate va finendo, sarà lo stare da sola in laboratorio, sarà il desiderio di una giornata da sola, sola sola, a guardare il mare negli occhi e lasciarmi lambire dalle onde.

mi mancano le lacrime nell'acqua salata, quando mi lasciavo consolare dal cullio del mare e sfogavo il malumore tra bracciate ed abbracci di acqua.

mi sto perdendo. e questo non mi piace.

malumore, malavoglia, sarebbe più utile che mollassi tutto e partissi per qualche giorno, destinazione ignota. sarebbe più utile, ma poco praticabile.

rivoglio il soriso, la grinta, la voglia.

la sensazione è quella di dover infilare una mano nel torace e fare un buco, per sgonfiare questa malavoglia in un soffio maligno da gettare via.


luglio 22, 2008

il ranocchio cammina, le braccia protese in avanti e di lato a cercare l'equilibrio, pronte a parare la frequente caduta a volo d'angelo. biondo dorato, riccioluto come un cherubino, gli occhi azzurro cielo dall'espressione furba, insegue la palla girandosi a controllare ridendo se tu insegui lui.
banali progressi di bimbo, che sciolgono il tempo in istanti che durano mesi.
poi ti svegli che lui ha un anno e ti sembra che a te abbiano strappato via qualcosa.

maggio 26, 2008

i pensieri sfrigolano tra le sinapsi facendo zot e dissipandosi ogni volta che tento di acciuffarne uno e concentrarmi su di esso.
il risultato è un'incongrua massa di parole accatastate che non necessariamente hanno connessione tra di loro. per esempio. arancione. mare. tommaso. palla. maglione. vestiti in lavanderia. matrimonio. dormire. decompressione. slide. leone (il cugino, non l'animale). coro. sopracciglia. quaderno. tempo.
potrei fare il gioco delle associazioni libere, certo. e trovare qualcuno che poi le interpreti e mi dica cosa c'è che non va.
è che, invece, io lo so, lo so bene, cosa c'è che non va, è solo che non ho la minore voglia di mettermi lì e dirlo a me stessa.

questa è la figata di sapersi districare tra i meandri della mente: sapere di saperlo fare e scegliere scientemente di non farlo perché non se ne ha voglia.
verrà il tempo.
verrà anche il sole.

aprile 28, 2008

il dente del giudizio sta cercando disperatamente (alla veneranda età di 35 anni) di crescere, cercanco di farsi spazio nel poco spazio che c'è.
i maligni direbbero che c'è poco spazio perché sono una linguaccia, ma tant'è, lui sta cercando di crescere in quello spazio di gengiva che prosegue nella guancia.
vale a dire: un male bestia.
domani vado a farmi torturare dal dentista, pregandolo in ginocchio di cavarmi il dente per la nota logica del "via il dente, via il dolore", ché il prossimo we noi si va all'elba e io devo essere nella mia forma più splendente.

il ranocchio tossisce ogni tre per due, da oggi introduco una terapia in supporto a quella datami dalla pediatra, che non ha sortito il minimo effetto. devo dire che la mia anima di medico ha sofferto le pene dell'inferno: la terapia della nostra pediatra non mi ha convinta fin da subito, da oggi si fa quel che dico io.

il tempo è grigio autunno, invece che verde primavera com'era ieri. peccato che io sia vestita da rosso estate e senza calze: da domani tossirei pure io, meno male che sono tre giorni che mi faccio di amoxicillina per il dente, così funziona da prevenzione per i mali di stagione (autunnale, come si diceva).

ho appena dato l'invio ad un lavoro per una rivista: sarà la volta buona?

marzo 05, 2008

marzo pazzerello

un tommaso a pois dorme sereno al mio fianco.

dopo tre giorni di febbre alta oggi finalmente sono comparse le macchie della sesta malattia ed è scomparsa la febbre: è agitato, disturbato, piagnucoloso (lui sempre allegro), un po' stordito e, appunto, a pois.



io lavoro e aspetto fiduciosa il momento in cui poterlo rimandare al nido, ché non ce n'è, il nido è la salvezza delle mamme.



intorno a me aria di primavera: i primi alberi fioriti, il cielo terso e un vento che spazza via l'inverno e i cappelli dalle teste. voglia di passeggiate in riva al lago, di sentire questo vento gelido correre a spettinare capelli ed increspare gli occhi. voglia di mare impetuoso contro i sassi bianchi dell'elba, voglia di coccole seduti sulla sabbia avvoltolati nei giacconi pesanti a guardare le onde rompersi. voglia di guardare il mare con gli occhi bambini che mi ritrovo ogni volta, e che quest anno saranno i suoi.