agosto 31, 2004

le parole che sento dentro, in questi giorni, si annullano nel momento esatto in cui appoggio le dita sulla tastiera o socchiudo le labbra per pronunciarle.
guardo franco, che con lui ha perso un amico, ma anche un fratello, e non riesco a versargli addosso anche il mio dolore.

e allora, di giorno, lo tengo stretto, il dolore, perché non scappi fuori.
poi, la notte, trova una via di fuga ed allaga silenzioso il cuscino.

vorrei avere parole che sappiano abbracciare, e invece mi ritrovo a guardare basita la luce che filtra dalle persiane.

vedo i suoi occhi, quel suo sorriso che non poteva che essere contagioso, sento addosso l'abbraccio stretto che sempre mi riservava "ah, lulu...".
rivedo le mie labbra di rossetto lucido stampate sulla sua giacca di renna all'altezza del cuore, un abano sui divani bianchi.
rileggo con la mente tutte le mail che ci siamo scritti, i segreti, i suggerimenti, quell'aria da cospiratori che lasciava aleggiare tra le righe, le parole dure che mi hanno obbligato ad accettare una realtà mia che rifiutavo.
e ripenso alle parole brutte che ho detto, agli attacchi che gli ho mosso quando ho saputo che era scomparso, e quando ho saputo poi di ghareeb.
parole che lui non ha sentito.
parole bruciate di paura e rabbia, ma che rimangono lì, appese, a guardarmi con aria accusatrice.

vorrei avere parole capaci di risvegliare immagini, e invece rimango qui, con gli occhi lucidi che non lasciano scivolare nemmeno una lacrima.

ti voglio bene, enzo.

agosto 27, 2004


ciao, grandone. Posted by Hello

agosto 07, 2004

rubando una telefonata

un piccolo ambulatorio: una scrivania, un lettino con le lenzuola di carta pulite, un armadio dei farmaci socchiuso ed un ventilatore che sposta aria calda qua e là.
non un lavandino per lavarmi le mani dopo aver visitato i pazienti, poche garze, finiti i cerottini sterili per le piccole suture.
sembra di essere in un ospedale da campo, invece che nella civilissima isola d'elba.
eppure mi piace.
mi piace sorridere ai miei giovani o vecchi clienti che chiedono qualcosa per il mal di stomaco, o si sono tagliati su uno scoglio, oppure ancora sono stati punti da una medusa.
mi piace guardarli ed ascoltarli.
mi piace sentire che mi ascoltano, che si fidano, che si affidano.
e se anche la sera sono stanca e senza forze, questa sono io.