ottobre 08, 2004

buon compleanno, Enzo

Chiamatemi Ismaele.
Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo.
È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo dimettermi in mare al più presto.
Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola.
Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io cheto cheto mi metto in mare.
Non c’è nulla di sorprendente in questo. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso l’oceano.
(Moby Dick, Melville. Traduzione di Cesare Pavese)

sorrido, è come se finalmente lo stessi lasciando andare.
buon viaggio, Balena.
buon viaggio, Ismaele.

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