aprile 13, 2007

alzarsi storti e proseguire peggio

già ci sono delle mattine in cui alzarsi fa fatica.

fa fatica l'idea di infilarsi sotto la doccia nonostante l'amore viscerale per l'acqua da sentire addosso.

fa fatica l'idea di scegliere qualche cosa da mettersi addosso nonostante le dimensioni crescenti della pancia (finalmente, direbbero alcuni, hai iniziato l'8 mese e quasi non si vede che sei incinta) limitino la scelta a due paia di pantaloni o due paia di gonne (eh, mica mi sono rifatta il guardaroba premaman, io!, sono stata bravissimissimissima).

fa fatica l'idea di sistemarsi alla scrivania ed aspettare che il giorno passi affrontando le mille incombenze lavorative quotidiante (scandite da impegni diversi ogni tre quarti d'ora circa per la giornata odierna, tra cui un pranzo di lavoro da imbastire in laboratorio, uno studente da spingere allo studio, il ricevimento di campioni di polmone di una donna morta in carcere di overdose da antibiotici-antinfiammatori-chisacosaltro triturati grossolanamente e disciolti in acqua del rubinetto)

fa fatica l'idea di doversi confrontare con gli altri risultando efficiente e non deficiente, propositiva e non definitiva.

poi arrivi al lavoro e in meno di un'ora ti capita, nell'ordine:

- la capa che ti passa la tua lettera di congedo per maternità a partire dal 15 maggio e che ti comunica che tanto puoi venire a lavorare lo stesso, no?, anche se sei in congedo, basta non dirlo a nessuno.

- il collega "le cose si fanno sempre all'ultimo minuto" che, avendo una dead-line per l'iscrizione e la presentazione di un lavoro ad un congresso internazionale domani alle ore 12, ti comunica che arriverà a casa tua alle 21 stasera per scrivere i riassunti da inviare via mail e fare la registrazione on line.

- il collega "a me non me ne frega un cazzo" che sta facendo trucioli in laboratorio: quando ha i suoi momenti di asocialità si mette ad intagliare il legno seminando trucioli e segatura in ogni dove. ovviamente, tra un'ora abbiamo ospiti di riguardo a cui non interessano i trucioli, ma poco importa.

- il capo depresso che ti fa sapere che cortesemente vorrebbe essere recuperato a casa intorno alle 10.30 che così riposa (riposarsi da cosa non è dato di saperlo, ovviamente).

- la rivista a cui avevi spedito un lavoro che ti risponde in un inglese incomprensibile e con troppa prolissità quando sarebbe bastato "ritenta, sarai più fortunato".

- il conto in banca che lampeggia in rosso gridando silenziosamente e deridendomi "se sei in rosso ora come farai quando arriverà il pupo?"

non sono ancora le dieci.
potrei simulare un malessere incintesco e tornare a casa rintanandomi sotto il piumino con un libro scacciapensieri cercando di cancellare la giornata.

prenderò il ferro per combattere l'anemia, va', e poi come sempre con il sorriso stampato andremo ad affrontare questa giornata di merda.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Va un po' meglio, adesso?

:-)

tc

lulu ha detto...

sgrunt.
no.

Bhuidhe ha detto...

Se posso osare una parola: whisky.
Ah no, sei incinta.
Hmm.
Oso qualche altra parola: meno male che è venerdì! (e così domani vado a lavorare, che è un riposo unico!)
Sai com'è, è grazie a queste giornate che quelle belle sembrano belle (no, non bastonarmi in testa per l'ovvietà!) :-)

Anonimo ha detto...

abbraccia il tu hombre, appoggiate la mano sul pancione, respiro profondo e chiudi il mondo fuori.
ti abbraccio forte, Amica mia

assunta altieri ha detto...

Un enorme "vaffanculo tutto" in questi casi è liberatorio.

Baci.
assu

OrsaLè ha detto...

Gentile Signora, allora la gravidanza come proseguita?? E'' scomparsa dalla circolazione....