maggio 26, 2008

i pensieri sfrigolano tra le sinapsi facendo zot e dissipandosi ogni volta che tento di acciuffarne uno e concentrarmi su di esso.
il risultato è un'incongrua massa di parole accatastate che non necessariamente hanno connessione tra di loro. per esempio. arancione. mare. tommaso. palla. maglione. vestiti in lavanderia. matrimonio. dormire. decompressione. slide. leone (il cugino, non l'animale). coro. sopracciglia. quaderno. tempo.
potrei fare il gioco delle associazioni libere, certo. e trovare qualcuno che poi le interpreti e mi dica cosa c'è che non va.
è che, invece, io lo so, lo so bene, cosa c'è che non va, è solo che non ho la minore voglia di mettermi lì e dirlo a me stessa.

questa è la figata di sapersi districare tra i meandri della mente: sapere di saperlo fare e scegliere scientemente di non farlo perché non se ne ha voglia.
verrà il tempo.
verrà anche il sole.