settembre 08, 2005

forse ma forse

abbiamo trovato una casetta che fa al caso nostro.

settembre 02, 2005

a rimboccarsi le maniche

spulcio i giornali delle agenzie immobiliari, evidenziando gli annunci più promettenti.
ascolto attenta le spiegazioni di chiara, marta, maria, alessandra, giovanna, erica, davide, luca, michele, genoveffa e sarchiapone che elencano le attrattive dei troppo cari "ampio salone", "arco in pietra", "caminetto", "soppalco", "lavanderia" e che giustificano le mancanze "non c'è il box, ma in zona ci sono ampie possibilità di parcheggio" "no, non è proprio in centro ma i mezzi sono proprio a quattro passi" "sì, è un trilocale di 45 mq con anche una cucina abitabile e gli ambienti sono ampi" di quelli che economicamente tra lo stipendio mio e quello di franco ci potremmo anche stare.
poi abbasso il telefono e lo sguardo si perde smarrito.

convoglio le energie in un progetto. ragiono su costi profitti e perdite. guardo fotografie di sale e bagni.
l'importante è concentarsi sul nuovo: serve a non crollare guardando i cocci di quel che resta del vecchio.

settembre 01, 2005

e

e la luce dell'albero di natale quando franco mi ha dato questo anello che porto al dito.

se è vero che i ricordi si portano dentro, perché io sto piangendo?

ricordi in technicolor -2

le sere di luce debole passate a scrivere ad un diario sgualcito desideri e sogni di ragazzina inquieta.
e quell'armadio lassù, quello nell'angolo, in alto, scomodo, da cui ho rubato il primo film porno da guardare senz'audio per non farsi scoprire.
la casa piena di gente il giorno del funerale della mamma, le azalee bianche dovunque ad illuminare l'incubo. le notti a chiamare papà addormentato sul divano.
le pile di bucato da fare sparse in terra, origine di rabbie e lacrime di frustrazione.
le prime scarpe da donna ed imparare a camminare sui tacchi sul parquet.
la pentola del lesso che brucia sul fuoco. le stoviglie che non ci stanno nei pochi armadietti della cucina da basso "cazzo, sono abituata ad altre dimensioni".
le cene di natale che sembravamo sempre troppi e poi eravamo quasi larghi.
le domeniche pomeriggio sul tetto a pulire la finestra in cima alla scala.
mamma ed io sedute sul divano a guardare sentieri nei pigri dopopranzo quando eravamo sole.
le bollette del telefono troppo alte e le rabbie quando staccano la luce perché ci dimentichiamo di pagare.
enzo che ride appoggiato al tavolo di marmo del giardino, che vedo nitido negli occhi come fosse una fotografia.
la notte passata al computer in camera per colorare pixel su pixel lo stemma dell'università di pavia.
i libri erotici nascosti nel cassetto della camera.
io rannicchiata sul divano con il gambone.
la foto di antonio e me davanti ad una cancellata parigina che sembra quasi una pubblicità.
dipingere la libreria di blu sporcando tutto il pavimento del box, con franco che ringhia che a lui non piace il bricolage.
papà che gira la besciamella.
papà che taglia il salame e che cuoce il pollo sulla griglia di fuori.
l'ortensia assassina che si affaccia alla finestra della camera e franco che ogni mattina la minaccia "ah, quando viene ottobre ti ranzo fino a terra"
le chiacchiere con la mamma mentre le asciugo i capelli, lei seduta sul water ed io in piedi, tra confidenze, sguardi e risate.
la mamma, nel suo giardino sempre fiorito, così vicina da poterla quasi toccare.