febbraio 02, 2012

bianco

nevica.
nevica da ore, una neve sottile sottile, asciutta, che attacca anche sulla giacca intanto che cammini, lesta, ché sei senza cappello, tra la macchina e la porta.
nevica e io guardo, bambina, fuori dalla finestra a quadri il paesaggio che cambia, i rumori che non sono più rumori ma suoni attutiti, la lentezza del mondo intorno, richiesta gridata dal tempo che imperversa.

oggi esco presto, da questa gabbia di matti, per portare tommaso ad ascoltare il suono della neve, a rotolarsi, nel caldo del suo giaccone, nel ghiaccio morbido, a correre fino a non aver più fiato.

un pomeriggio solo per noi, per coccolarci in questo spiraglio di inverno freddo che non ci aspettavamo quasi più me che ci fa solo un gran bene.

un pomeriggio per rallentare i nostri ritmi di solito troppo, troppo spinti anche e soprattutto per lui.

sarà un pomeriggio meraviglioso.

gennaio 16, 2012

un po' di polvere

faccio giù un po' la polvere che in due anni e un tot di assenza si è accumulata sugli scaffali.

faccio giù un po' la polvere perché ho le dita intorpidite che prudono perché hanno voglia di scrivere, cosa non lo so: comandano loro.

forse perché è un periodo di bilanci, non necessariamente tutti in positivo, ma nemmeno tutti in negativo.

forse perché ho ripreso a leggere tanto come non facevo da tempo e, come sempre, questo fa rinascere in me il desiderio di appoggiare i pensieri sulla carta.

sono passati due anni, due anni e un po'.
tommaso è diventato un bimbo grande, che ieri sera chiedeva a papà franco di spiegargli il movimento della terra e della luna, e il perché la luna a volte è uno spicchio e poi a volte invece è mezza e a volte ancora intera o addirittura non c'è più.

gennaio 09, 2012

a volte le notti vanno così:

leggi tre storie tre a tuo figlio, poi decidi che hai voglia di andare un po' avanti con quel tomo di 675 pagine (sei alla 102) e va a finire che lo leggi fino in fondo.
guardi la sveglia e sono le 2.35.

ti rigiri nel letto enne volte
guardi la sveglia e sono le 3.10.

ti siedi sul letto spaventata perché hai sentito il suono del campanello. ti convinci che lo hai sentito nel sogno e riappoggi la testa sul cuscino. nel mentre il campanello suona e non puoi ignorare che sia nella realtà.
guardi la sveglia e sono le 4.14.

ti catapulti al piano di sotto, dove l'anziana signora che reputi quasi una nonna è svenuta sul water e sta riprendendo conoscenza. controlli che sia orientata nel tempo e nello spazio, le senti il polso, le asciughi la fronte madida di sudore, le provi la pressione e le senti cuore e polmoni, poi, insieme alla figlia la trasporti nel suo letto giurando tra te e te che adesso dimagrisci, ché la tortura di dover trasportare un corpo pesante a peso morto nella notte in una casa con le porte normali ed un normale arredamento non voglio che la debba subire nessuno.
aiuti a cambiarle la camicia da notte e la biancheria, le riprendi polso e pressione e le riausculti il cuore ed i polmoni mentre la interroghi sui sintomi e sui loro prodromi.
la lasci nel letto mentre parli con la figlia che ti offre un te.
la ricontrolli, avvisi che avrai il telefono acceso accanto al letto e ordini di chiamare il medico di base appena fa giorno.

sali le scale, ti cavi quel poco che ti eri infilata sopra la camicia da notte e crolli nel letto.
guardi la sveglia e sono le 5.37.

"mammapapàunincubo"
guardi la sveglia e sono le 5.59.

prendi tommaso, gli fai fare pipì, lo consoli e lo porti nel lettone, dove si addormenta di schianto. lui.
tu invece guardi la sveglia e sono le 6.05. poi le 6.11. poi le 6.24.

poi non lo sai più, ma la sveglia suona alle 7.00 e la giornata inizia.

andrò a bere un altro caffé.

novembre 24, 2011

mamma, tu mi piaci

tommaso mi abbraccia le spalle ieri sera prima di dormire e, con la voce sottile delle confidenze, sussurra "mamma, tu mi piaci". io, commossa, gli chiedo perché. "perché hai le tette grosse"

quando si ha a che fare con dei maschi (anche se quattrenni) mai chiedere perché.
limitarsi a crogiolarsi nella sensazione piacevole di un maschio (quattrenne o meno) che ti dice che gli piaci.

(trentotto anni e non ho ancora imparato, non ho!)

giugno 12, 2009

mamma, io ho due anni!

ha concluso così la sua giornata da re, passata con la coroncina di cartoncino giallo ad incorniciare i riccioli biondissimi, ricca di sorprese ed emozioni.
l'ha conclusa così: sussurrando assonnato nel lettone, quasi assaporando il significato delle parole "mamma, io ho due anni". come a dire che è grande come i suoi occhi, che è indipendente come qundo corre verso il lago senza timore, che è ormai autonomo come quando dondola insieme alla sua matilde sul dondolino azzurro del nido.
poi si è addormentato, sorridente, scoperto e scomposto come sempre.
auguri, bambino mio

settembre 02, 2008

pensavi che fosse solo un sogno

pensavi che fosse solo un sogno.
e invece sono già passati tre anni. tre anni e un po', a dire il vero, ché i cinque mesi del congedo di maternità hanno ritardato di cinque mesi il ricevimento di questa lettera.
oggi invece è arrivata, la lettera tanto agognata, quella che recita che è ora di confermarti nel ruolo che già ricopri, quello di ricercatore universitario.
e allora scrivi, scrivi, scrivi, febbrile, tutto quello che in questi tre anni hai fatto, tacendo delle volte in cui hai fatto, semplicemente, da cassa di risonanza, da muro umano, ai problemi altrui.
e invece scrivi scrivi scrivi, febbrile, raccontanto dei successi, dei lavori, dei tuoi studenti, delle tue lezioni, dei tuoi congressi.
che bello.
:-)

settembre 01, 2008

ventitre e trentanove

il sonno tarda.
il ranocchio ha dormito prima accoccolato addosso a me sulla poltrona ed ora riposa occupando tutto il suo lettino e buona parte del lettone, neanche fosse un gigante invece di essere 9 chili di cucciolo.
la gattina dei vicini ha sonnecchiato sull'altra poltrona sin'ora, dopo aver giocato con tommaso tutta la sera, per la sua felicità.
io stanca girovago tra i pensieri minuti e sottili, schivando quelli grevi, ascoltando il battito del mio cuore e il fresco sulla pelle.
infilare il pigiama, sdraiarsi, rannicchiarsi sotto il lenzuolo e dormire fino al mattino.
sogno una notte intera senza sveglie, già sapendo che, come ogni notte, me ne toccheranno almeno due.