gennaio 27, 2006
gennaio 10, 2006
la sensazione di non essere abbastanza
è da una vita che ci convivo, con la sensazione di non essere abbastanza.
a volte rimane sopita sotto i successi che ciascuno raccoglie nel percorso che segue, a volte quasi dimenticata nelle gioie e nei correre quotidiani.
a volte, invece, batte prepotente contro gli occhi, facendoli stillare lacrime che bruciano sale sulla pelle. quando decide di affacciarsi al tuo mondo deridendoti come farebbe un giullare se tu fossi il re, è inutile cercare di non guardarla, di allontanarla dal campo visivo, di fare finta di nulla.
tanto vale guardare il giullare, accecata dalle lacrime che imperterrite bagnano il collo della camicia e fare i conti con se stessi.
già, sono anni che ci convivo, con la sensazione di non essere abbastanza.
da quando un papà giovane, ancora magro e con la barbetta incolta, mi ha spiegato che io posso, se voglio, fare qualunque cosa. qualunque cosa. "qualunque".
è il qualunque che mi ha sempre messo in crisi. io posso fare "qualunque" cosa. probabilmente mi sono tanto inebriata quando mi ha spiegato che sono onnipotente, che non ho ascoltato fino in fondo le clausole scritte in piccolo che pure mi deve avere letto. sì, quelle cose banali, tipo che è vero he io posso fare qualunque cosa, "qualunque" tranne alcune, come vincere una medaglia d'oro ai giochi olimpici, far crescere un albero da cui raccogliere soldini anziché frutti, salvare i più deboli ed essere capace di credere in me stessa fino in fondo. no, resuscitare i morti e guarire gli ammalati no, quello sicuramente non è stato lì a specificarlo, quella lì è roba per chi crede e noi di fede non ne abbiamo mai avuta tanta, men che meno in un tizio con la barba con i fulmini in mano.
anni. sono anni che ci convivo, con la sensazione di non essere abbastanza.
da quando un papà con più pancia e meno barba, ma sempre con tutti i suoi capelli, mi ha spiegato che il mondo sta sulle *mie* spalle. sulle mie spalle così come su quelle degli altri, ha precisato, solo che gli altri non sempre lo sanno o spesso fanno finta di non accorgersene, per cui tu, che lo sai e che non farai mai finta di non saperlo, farai fatica doppia se non tripla.
trent'anni, con questa sensazione di non essere abbastanza.
e stasera brucia forte nella pancia, e nella testa e dietro le palpebre socchiuse pe poter continuare a scrivere.
la sensazione di non essere e di non fare abbastanza.
però, stasera il giullare ironico e sarcastico è seduto qui davanti e mi guarda serio mentre scrivo, mentre lo maledico a voce alta, ed invece i deridermi dietro le spalle mi asolta con gli occhi nei miei occhi.
forse stasera ho in parte affrontato qualche incubo adulto.
a volte rimane sopita sotto i successi che ciascuno raccoglie nel percorso che segue, a volte quasi dimenticata nelle gioie e nei correre quotidiani.
a volte, invece, batte prepotente contro gli occhi, facendoli stillare lacrime che bruciano sale sulla pelle. quando decide di affacciarsi al tuo mondo deridendoti come farebbe un giullare se tu fossi il re, è inutile cercare di non guardarla, di allontanarla dal campo visivo, di fare finta di nulla.
tanto vale guardare il giullare, accecata dalle lacrime che imperterrite bagnano il collo della camicia e fare i conti con se stessi.
già, sono anni che ci convivo, con la sensazione di non essere abbastanza.
da quando un papà giovane, ancora magro e con la barbetta incolta, mi ha spiegato che io posso, se voglio, fare qualunque cosa. qualunque cosa. "qualunque".
è il qualunque che mi ha sempre messo in crisi. io posso fare "qualunque" cosa. probabilmente mi sono tanto inebriata quando mi ha spiegato che sono onnipotente, che non ho ascoltato fino in fondo le clausole scritte in piccolo che pure mi deve avere letto. sì, quelle cose banali, tipo che è vero he io posso fare qualunque cosa, "qualunque" tranne alcune, come vincere una medaglia d'oro ai giochi olimpici, far crescere un albero da cui raccogliere soldini anziché frutti, salvare i più deboli ed essere capace di credere in me stessa fino in fondo. no, resuscitare i morti e guarire gli ammalati no, quello sicuramente non è stato lì a specificarlo, quella lì è roba per chi crede e noi di fede non ne abbiamo mai avuta tanta, men che meno in un tizio con la barba con i fulmini in mano.
anni. sono anni che ci convivo, con la sensazione di non essere abbastanza.
da quando un papà con più pancia e meno barba, ma sempre con tutti i suoi capelli, mi ha spiegato che il mondo sta sulle *mie* spalle. sulle mie spalle così come su quelle degli altri, ha precisato, solo che gli altri non sempre lo sanno o spesso fanno finta di non accorgersene, per cui tu, che lo sai e che non farai mai finta di non saperlo, farai fatica doppia se non tripla.
trent'anni, con questa sensazione di non essere abbastanza.
e stasera brucia forte nella pancia, e nella testa e dietro le palpebre socchiuse pe poter continuare a scrivere.
la sensazione di non essere e di non fare abbastanza.
però, stasera il giullare ironico e sarcastico è seduto qui davanti e mi guarda serio mentre scrivo, mentre lo maledico a voce alta, ed invece i deridermi dietro le spalle mi asolta con gli occhi nei miei occhi.
forse stasera ho in parte affrontato qualche incubo adulto.